Vendere craft: quanto costa Babirussa?

Oggi un tema spinoso ma interessante: quanto costano i servizi online per vendere craft design e artigianato? E quali servizi offrono per controbilanciare questi costi?

In questo ultimo periodo siti di questo genere, sulla falsariga di etsy, sono nati come funghi anche in Italia e quindi trovare e scegliere quello giusto non è facile, anche perchè non sempre le promesse iniziali poi vengono mantenute, sia come costi che come servizi…

Oggi vi racconto di babirussa che sto testando personalmente e dei costi fissi per esporre le proprie creazioni.

Leggendo le condizioni di utilizzo del servizio si legge che i costi sono:

– Il 10% sull’ammontare del prezzo pagato dall’Acquirente per l’acquisto di ogni singolo oggetto

– 0,40 centesimi di Euro per ogni oggetto messo in vendita sul portale (costo che prevede la permanenza online per 3 mesi di ogni oggetto)

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Per chiarirmi le idee ho scritto allo staff, Barbara che mi ha gentilmente risposto in poche ore ecco cosa mi ha spiegato:

Al momento l’apertura di un negozio e la messa in vendita degli oggetti è gratuita.

Si paga il 10% sul prezzo di vendita (escluse spese di spedizione) soltanto in caso di vendita conclusa dell’oggetto.

Per sostenere le spese di mantenimento dei server, abbiamo anticipato che potremmo in futuro richiedere un contributo di 0,40 centesimi a oggetto.

Abbiamo anticipato questi costi come estrema correttezza, e perché era previsto nel nostro business plan.

Al momento però non lo introdurremo sicuramente per tutto il 2011.

In caso venisse introdotto in seguito i venditori saranno avvertiti con almeno 4 settimane di preavviso, in modo che possano decidere con calma se pubblicare ancora i loro oggetti con Babirussa.it.

Non ci sarà nessuna variazione nelle condizioni di utilizzo (gratuità della messa in vendita e 10% di commissione) senza un opportuno avviso e l’introduzione di variazioni interesserà comunque soltanto i nuovi oggetti messi in vendita.

Quindi i costi adesso sono ridotti almeno per tutto il 2011, cosa succederà in seguito ancora non si sa, anche se sicuramente si starà nei costi indicati sopra.

Se è un costo alto o basso lascio deciderlo a voi, quello che ho visto è che lo staff è molto sollecito nel rispondere (e questo è un gran pregio) e che le funzioni utili già implementate sul sito sono tante, raccontatemi cosa ne pensate…

Copyright © Alessia Gribaudi Tramontana

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Sono la felice proprietaria di alcuni blog, troppe passioni e di una famiglia di “tipi da spiaggia”!

6 Commenti ♥

  • Aprile 22, 2011

    linda conilcuoreelemani

    come ti ho giò scritto altre volte io non sono ancora “sul mercato” ma leggo con molto interesse queste tue recensioni, diciamo che… imparo l’arte e la metto da parte! grazie, linda 😉

  • Aprile 22, 2011

    Helena

    ..alla frase “non sempre le promesse iniziali poi vengono mantenute, sia come costi che come servizi” secondo me a qualcuno sono fischiate le orecchie!! Beh, rigrazio anch’io Barbara per la risposta e rifesteggio per gli annunci gratuiti per tutto l’anno! :mrgreen: :mrgreen:

  • Aprile 23, 2011

    giorgia

    grazie Alessia per questo post davvero interessante sopratutto per e che non sono ancora sul mercato ma inizio a guardandomi attorno tra i vari siti che offrono servizi di vendita online … ma come giustamente dici tu anche io non mi fido mai troppo perchè non sempre le promesse iniziali poi vengono mantenute, sia come costi che come servizi…
    sopratutto quando non hai la garanzia di vendere un quantitativo necessario a mantenerti il servizio …

  • Giugno 17, 2011

    Simona

    Ciao Alessia,
    ho deciso di lasciare un commento perchè anche io vendo online, e con Etsy.
    Ho valutato anche gli altri ecommerce italiani nati dopo Etsy, ma al momento non ho trovato nulla di più conveniente e convincente. Ho visitato Babirussa proprio settimana scorsa, per sondare i costi.
    Trovo che il 10% sulle vendite non sia poco.
    Secondo me, introdurranno il costo di pubblicazione articoli, almeno per assicurarsi un’entrata certa, senza essere necessariamente legati alle vendite dei propri iscritti.
    I costi di Etsy sono: 0.20 cent. di Dollaro (al cambio attuale 0.14 €) e il 3.5% su ogni transazione, spedizione esclusa.
    Naturalmente a questo si deve aggiungere anche la commissione di PayPal, ma questo vale per qualsiasi negozio che utilizzi questo tipo di pagamento.

    Un’altra considerazione è sul layout dei negozi italiani nati dopo Etsy, troppo simile all’ecommerce americano.
    In un caso in particolare c’è stata una spudorata copiatura: stessa impostazione, stessa disposizione delle pagine… Non so, questo mi fa perdere l’iniziativa di provare un’iscrizione tutta in italiano.

    Con Etsy l’ostacolo potrebbe essere la lingua, lo so, ma se si conosce anche solo un pochino l’inglese, vale la pena tentare.

    Io sto per festeggiare i 2 anni con Etsy, e sono contentissima dei risultati fin qui ottenuti.

    Grazie per il tuo articolo e, in generale, per il tuo blog sempre interessante 🙂

  • Giugno 18, 2011

    Alessia

    @ Simona:
    ciao Simona, sono assolutamente d’accordo sul fatto che etsy è il top e non ci sono competitor italiani che possano eguagliarlo (neanche lontanamente) ma io lo trovo davvero tanto difficile per chi zoppica con l’inglese (come me 😉 ) e tanto tanto competitivo, io ho avuto risultati migliori sui siti italiani, complice il fatto che i miei pattern non riuscirei a tradurli in inglese (purtroppo!!!!).
    Se hai voglia di raccontare la tua esperienza e i tuoi “trucchi” su etsy con un guest post qui sul mio blog scrivimi perchè una collaborazione del genere mi piacerebbe molto 😀

  • Giugno 18, 2011

    Simona

    Ciao Alessia,
    ti ringrazio molto per l’offerta del guest post, se riuscirò a vincere la mia innata pigrizia cercherò di scrivere qualcosa che possa essere utile.

    Se le difficoltà con l’inglese sono grosse, allora Etsy potrebbe risultare un pochino complesso. Ma potrebbe anche trasformarsi, come è successo a me, in una splendida occasione per rinfrescare la lingua e riprendere confidenza.
    Tutto questo non vale per chi l’inglese non lo conosce affatto.

    Quando ho iniziato due anni fa, ciò che mi ha aiutato molto sono stati gli altri negozi come il mio: andavo a leggere le loro descrizioni, vedere le foto, i loro prezzi… Così ho imparato molti termini e abbreviazioni che non conoscevo e ho cominciato a capire il meccanismo.
    Inoltre, sul sito vengono pubblicati periodicamente degli articoli molto interessanti su come gestire il proprio negozio, come valutare i propri prezzi, cercare e trovare clienti ecc. ecc. Senza contare i vari Team (anche italiani) a cui ti puoi iscrivere, sia per avere sostegno che per un discorso di promozione.

    Io non ho particolari trucchi, e dovrei essere molto più accanita di come sono stata fino ad ora, ma io prendo le cose con calma e i miei tempi si dilatano 🙂
    Certo, su Etsy c’è molta competizione, ma se una pigrona come me riesce a vendere anche in un contesto del genere, allora c’è speranza un po’ per tutti 🙂

    A presto Alessia, e grazie per lo spazio!

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