Scuola di maglia vintage: come recuperare la lana usata

Ieri mi sono messa a sfogliare una enciclopedia femminile dei primi anni ‘60.

Dentro c’è di tutto, uno spaccato dell’Italia e delle donne del secolo scorso, quando è stato stampato io non ero ancora nata, anzi sarei nata quasi dieci anni dopo (e purtroppo non sono una ragazzina :mrgreen: ).

Ho trovato qualche trafiletto interessante dedicato alla maglia, al cucito, all’uncinetto, al craft, ecc. ecc.

Così ho deciso di creare una nuova rubrica vintage in cui offrire alla lettura questi piccoli spunti.

Parto con una lezione di maglia ai ferri (ma adatta anche alla Scuola di Uncinetto per Negati…) che racconta come si preparano i gomitoli quando compriamo del filato in matasse.

Ma ancora più interessanti sono i consigli per imparare come si recupera la lana usata e come si lava per renderla di nuovo utilizzabile e togliere l’arricciatura del lavoro precedente.

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I corsi e ricorsi della storia, negli anni ‘50-‘60 si recuperava la lana usata e anche nel moderno 2012 si ricomincia a riutilizzare invece di buttare, purtroppo è possibile solo con maglioni e lavori fatti a mano, quelli comprati si possono recuperare in altri modi.

Sono piccoli consigli dei tempi andati, perle di saggezza delle nostre nonne, ma proprio per questo sono trucchi preziosi perché di nonne che erano mamme negli anni ‘60 ormai ce ne sono più poche.

Io ho deciso di farne tesoro, il trafiletto si può scaricare cliccando sull’immagine, buon lavoro…

Copyright © Alessia Gribaudi Tramontana

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Sono la felice proprietaria di alcuni blog, troppe passioni e di una famiglia di “tipi da spiaggia”!

3 Commenti ♥

  • Aprile 29, 2012

    Claudia

    Sono nata nella prima metà degli anni ’60 del secolo scorso (insomma, sono “stagionata” quanto basta…), le varie encliclopedie della donna (si, all’epoca erano un must…)avevano uno spazio dedicato nella biblioteca di molte case… ricche di suggerimenti per essere perfette madri, mogli e “regine” della casa, ma anche raccolta di suggerimenti per le donne che iniziavano ad avere una loro autonomia economica e sociale grazie al lavoro fuori casa.
    E si, ancora ricordo l’evento, anzi, la cerimonia che mia nonna e mia mamma officiavano al momento di dover disfare un maglione: arcolaio di legno (quanto i piaceva giocarci… ancora lo conservo in campagna), le matasse lavate con il sapone delicato (lip!) messe ad asciugare distese, “aggomitolamento” della lana che tornava come nuova… quanto tempo è passato, un secolo appunto… ma ho sempre apprezzato questa abitudine di riusare e dare nuova vita a materiale prezioso, non solo e non tanto per risparmiare qualcosa, ma soprattutto per evitare di sprecare.
    Altro che consumismo sfrenato… le nostre nonne e le nostre madri avevano ben chiaro il senso della vita e la priorità dei valori!

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